Sembra che tra i personaggi storici la dislessia fosse molto diffusa: Carlo Magno, Giulio Cesare, Leonardo da Vinci, Isaac Newton, Galileo Galilei, Napoleone Bonaparte… tutti dislessici!
Gli stessi esperti che raccomandano di non emettere diagnosi affrettate perché, giustamente, non basta che un bambino legga male per dire che è dislessico, certificano la dislessia di persone vissute secoli fa sulla base di alcuni aneddoti o improbabili testimonianze, non importa se smentite da inoppugnabili evidenze, o se ai loro tempi neppure esistesse una scuola simile alla nostra e la quasi totalità della popolazione fosse completamente analfabeta.
E così Carlo Magno risulterebbe dislessico perché non sapeva apporre la propria firma. Leonardo, ovviamente, perché scriveva in modo speculare. Galileo Galilei perché da giovane preferiva gli studi scientifici a quelli letterari. Newton perché sembra che a scuola non fosse il primo della classe. Napoleone perché da giovane aveva una brutta scrittura e faceva degli errori ortografici. Ohibò!
Sulla dislessia di Giulio Cesare non ho trovato nessun labile indizio e per me il mistero rimane. Forse pesa il fatto che i commentari sono stati fisicamente scritti da uno schiavo?
Gli elenchi dei dislessici famosi possono solo allungarsi: appena un personaggio storico vi è inserito il suo nome viene automaticamente duplicato in tanti elenchi similari perché a nessuno viene mai in mente di andare a verificare i fondamenti di queste pseudo diagnosi e tutti semplicemente copiano gli elenchi fatti da altri.
Ecco quindi che sono considerati dislessici personaggi come Thomas Edison che fu ritirato presto da scuola dai genitori perché non si trovava bene in una classe numerosa e rumorosa (poi si scoprì che era parzialmente sordo) e istruito in casa. A dieci anni il piccolo Edison aveva letto molti classici della biblioteca di famiglia; inizialmente aveva deciso di leggerli tutti cominciando dal primo libro a sinistra del primo scaffale in basso, poi per fortuna qualcuno gli ha insegnato un criterio di scelta più razionale. O come Gustave Flaubert che anche lui fin da bambino aveva divorato tutta la biblioteca di casa e a tredici anni aveva fondato con un compagno una rivista di critica letteraria ma, secondo la mamma, non era altrettanto “bravissimo” in grammatica.
Averne di dislessici così!
Ma non c’è solo la dislessia. Anche per gli Asperger è in atto l’arruolamento di personaggi storici [1], solo che in diversi casi essi malauguratamente coincidono. Albert Einstein, Thomas Jefferson, Isaac Newton, W. Amadeus Mozart, Andy Warhol, Michelangelo Buonarroti, Charles Schulz, solo per citarne alcuni, sarebbero stati sia dislessici che Asperger. Cosa impossibile, secondo i nostri criteri diagnostici, ma si sa che la Consensus Conference non è retroattiva e con i defunti possiamo fare le diagnosi che vogliamo. Tanto, nessuno protesta…
Mi si dirà che questi elenchi servono per sostenere e incoraggiare, con degli esempi positivi, i ragazzi e le loro famiglie, ma a questo scopo sarebbero più che sufficienti i tanti dislessici contemporanei, per i quali abbiamo almeno qualche testimonianza attendibile e un contesto scolastico simile al nostro.
E in ogni caso le fandonie rimangono tali anche se raccontate a fin di bene.